Lankide:Mailopete/Proba orria: berrikuspenen arteko aldeak

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=== Haurtzaroa (1925-1933) ===
Sanremo-n Calvinok haurtzaro lasai bizi izan zuen. Bere familia ezohikoa zen: zientzilariak, naturaren, libre pèntsalariakpentsalariak eta San remo garai haietan jendee excentriko eta kosmopolitaz beteta zegoen.<sup>[10]</sup>
 
I rapporti della famiglia Calvino con il fascismo sono complicati, come lo stesso Italo scrive in alcune pagine dedicate al padre. Questi, infatti è costretto a iscriversi al Partito Nazionale Fascista e, per ottenere un incarico presso l'Università di Torino, giura fedeltà al regime.<sup>[6][12]</sup> Il primo contatto personale con la cultura fascista, per Italo Calvino, arriva negli anni tra il 1929 e il 1933, quando non può sottrarsi all'esperienza di diventare balilla, obbligo esteso anche agli allievi delle scuole valdesi frequentate dal piccolo Italo.<sup>[2]</sup>Tuttavia la sua esperienza infantile non sarà, come egli stesso scrive nel 1960, drammatica: "[...] vivevo in un mondo agiato, sereno, avevo un'immagine del mondo variegata e ricca di sfumature contrastanti, ma non la coscienza di conflitti accaniti".<sup>[13]</sup>
1927 Italo inizia a frequentare l'asilo infantile al St. George College e nasce il fratello Floriano che diventerà geologo e docente all'Università di Genova.
 
I rapporti della famiglia Calvino con il fascismo sono complicati, come lo stesso Italo scrive in alcune pagine dedicate al padre. Questi, infatti è costretto a iscriversi al Partito Nazionale Fascista e, per ottenere un incarico presso l'Università di Torino, giura fedeltà al regime.<sup>[6][12]</sup> Il primo contatto personale con la cultura fascista, per Italo Calvino, arriva negli anni tra il 1929 e il 1933, quando non può sottrarsi all'esperienza di diventare balilla, obbligo esteso anche agli allievi delle scuole valdesi frequentate dal piccolo Italo.<sup>[2]</sup>Tuttavia la sua esperienza infantile non sarà, come egli stesso scrive nel 1960, drammatica: "[...] vivevo in un mondo agiato, sereno, avevo un'immagine del mondo variegata e ricca di sfumature contrastanti, ma non la coscienza di conflitti accaniti".<sup>[13]</sup>
 
=== Nerabezaroa (1934-1938) ===
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La famiglia Calvino non ha una fede religiosa, e per quei tempi manifestare un certo atteggiamento agnostico comportava almeno l'appellativo di "anticonformisti". Segno che Calvino ricorderà poi quale elemento di formazione importante, per averlo presto svezzato ai sentimenti della tolleranza e della diversità, con la conseguenza di predisporlo al costante confronto con le ragioni dell'altro.<sup>[11]</sup>
 
In questi anni il giovane Calvino si avvicina alla lettura di opere letterarie che stimolano il suo interesse verso lo "spirito d'ironia sistematica"<sup>[14]</sup> che trova nelle pagine delle rivisteumoristicheriviste umoristiche come "Bertoldo", "Marc'Aurelio", "Settebello" libere dalla retorica del regime. Si diverte a disegnare vignette e fumetti e si appassiona al cinema.<sup>[15]</sup>
 
L'estate in cui Calvino afferma di uscire dall'infanzia definitivamente, per diventare un giovane spensierato, è quella del 1938, preludio allo scoppio della guerra. .<sup>[16]</sup>
 
=== La giovinezza (1938-1943) ===
{| class="wikitable"
|«Avevamo vent'anni oltre il ponte / oltre il ponte che è in mano nemica / vedevamo l'altra riva, la vita / tutto il bene del mondo oltre il ponte / tutto il male avevamo di fronte / tutto il bene avevamo nel cuore / a vent'anni la vita è oltre il ponte / oltre il fuoco comincia l'amore»
|-
|(<small>Italo Calvino, ''Oltre il ponte''</small>)
|}
La posizione ideologica di Calvino non ha, fino allo scoppio della guerra, come lui stesso dichiara, un indirizzo ben definito.<sup>[17]</sup>
 
Scopre in questo periodo l'interesse per la scrittura e inizia a scrivere poesie, brevi racconti, testi teatrali e coltiva la passione per il disegno, soprattutto per la caricatura e la vignetta. Tra la primavera e l'estate del 1940 alcune sue vignette saranno pubblicate, con la firma di Jago, sul ''Bertoldo'' di Giovanni Guareschi nella rubrica ''Il Cestino''.<sup>[18]</sup>
 
Dopo aver completato gli studi presso il ginnasio-liceo Gian Domenico Cassini, si iscrive alla facoltà di Agraria presso l'Università di Torino e continuando a coltivare quelli che sempre più marcatamente appaiono come i suoi veri interessi: la letteratura, il cinema, il teatro. Scrive alcune recensioni di film e nell'estate del 1941 il "Giornale di Genova" gliene pubblicherà un paio tra cui quella di San Giovanni decollato che vede come protagonista Totò.
 
Scrive nel 1942 "La commedia della gente", un lavoro teatrale per un concorso del Teatro nazionale dei Guf di Firenze che sarà in seguito segnalata dalla giuria e nello stesso anno raccoglie i suoi primi racconti giovanili con il nome di ''Pazzo io o pazzi gli altri.'' che presenterà alla casa editrice Einaudi ma senza successo, dove parla di un "ordigno incommensurabile" che avrebbe spazzato via l'umanità, anticipando di qualche anno l'impiego delle bombe atomiche.<sup>[2]</sup>
 
L'ambiente culturale di Torino, che Calvino frequenta assiduamente, ed i fermenti politici di contrapposizione al regime, più che mai vivi nell'ambiente torinese, fondono in lui letteratura e politica. Grazie all'amicizia ed ai suggerimenti di Eugenio Scalfari (già suo compagno al liceo), focalizza i suoi interessi sugli aspetti etici e sociali che coltiva nelle letture di Montale, Vittorini, Pisacane. Nel 1943 si trasferisce alla facoltà di Agraria e Forestale di Firenze, dove sostiene pochi esami.<sup>[2]</sup> Frequentatore assiduo della biblioteca del Gabinetto Vieusseux comincia a definire in modo più preciso le sue scelte politiche. Nel campo militare di Mercatale di Vernio, gli giunge la notizia dell'incarico dato a Pietro Badoglio di formare un nuovo governo e viene a conoscenza della destituzione e dell'arresto di Mussolini.
 
Dopo l'otto settembre, per sfuggire alla leva della repubblica di Salò, trascorre diversi mesi nascosto cercando di allontanare il senso di solitudine con intense letture che influenzeranno la sua vocazione di scrittore.
 
=== Erresistentzia (1943-1945) ===
Il 9 agosto 1943 torna a Sanremo. All'indomani dell'uccisione del giovane medico e comandante partigiano Felice Cascione per mano fascista, avvenuta nel gennaio del 1944, Calvino aderisce assieme al fratello Floriano alla seconda divisione d'assalto partigiana "Garibaldi" intitolata allo stesso Cascione.<sup>[19]</sup> Ma proprio grazie allL'esperienza di quegli anni di clandestinità imparerà ad ammirare l'organizzazione partigiana comunista oltresarà alla particolarebase forzadel disuo spiritoprimo che animava i suoi uomini. <sup>[20]</sup>romanzo, ''Il 17sentiero marzodei 1945, quando ormai gli alleati sono in Italia, Calvino è protagonista attivo nella battaglianidi di Baiardo, una delle ultime battaglie partigiane. Ricorderà lragno''evento nele raccontodella ''Ricordoraccolta di unaracconti battaglia'',Ultimo scrittoviene nelil 1974.<sup>[2]</sup> (Il suo nome da partigiano era "Santiago", dal nome del paesino cubano - Santiago de Las Vegas, vicino allcorvo''Avana - dove egli era nato 20 anni prima).<sup>[21]</sup>
 
L'esperienza partigiana sarà alla base del suo primo romanzo, ''Il sentiero dei nidi di ragno'' e della raccolta di racconti ''Ultimo viene il corvo''.
 
=== Bigarren mundu gerra ondorengo konpromezua (1945-1958) ===
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Collabora con ''l'Unità'' e con ''Rinascita''. Scrive interventi politico-sociali e di saggistica letteraria, su diverse riviste culturali, tra cui ''Officina'', ''Cultura e realtà'', ''Cinema Nuovo'', ''Botteghe Oscure'', ''Paragone'', oltre che su ''Il Politecnico'' di Vittorini già citato. Sulle riviste pubblica anche brevi racconti, fra cui ''La formica argentina'' e le prime novelle di ''Marcovaldo''.<sup>[2]</sup>
 
Nel mese di agosto del 1950 Cesare Pavese si uccide e Calvino perde così un amico e un maestro. Ne rimane sconvolto poiché Pavese era da lui vissuto come uomo forte di carattere e di temperamento risoluto. Gli resta il profondo rammarico per non aver intuito il dramma dell'amico.<sup>[2]</sup>
 
I suoi viaggi sporadici si infittiscono e fra ottobre (in cui il 25 muore il padre) e novembre 1951 visita l'Unione Sovietica,
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=== La maturità artistica (1958-1985)[modifica | modifica wikitesto] ===
{| class="wikitable"
|«L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.»
|-
|(<small>Italo Calvino, ''Le città invisibili'', 1972</small>)
|}
Continua a scrivere ed a viaggiare e fonda con Vittorini ''Il Menabò''. Tra il '58 ed il '62 pubblica ''La gallina di reparto'', ''La nuvola di smog'' e l'antologia ''I racconti''. Nel 1959 pubblica il romanzo ''Il cavaliere inesistente'' e parte per un viaggio di sei mesi nelle principali località degli Stati Uniti a novembre (si troverà a New York per quattro mesi) grazie a un finanziamento della Ford Foundation, esperienza che diverrà soggetto del racconto inedito ''Un ottimista in America''. Escono su ''Il Menabò'' il saggio ''La sfida al labirinto'' ed il racconto ''La strada di San Giovanni''.<sup>[2]</sup>
Italo Calvino intervistato da Luigi Silori nel 1958
La sua fama è ormai affermata. Spesso è chiamato per conferenze e dibattiti in ogni parte d'Europa. Nell'isola di Maiorca riceve il premio internazionale Formentor. Nel 1962, in occasione di un ciclo di incontri letterari, conosce a Parigi la sua futura moglie, la traduttrice argentinadiargentina di origine ebraica Esther Judith Singer, detta ''Chichita'', lavoratrice in organismi internazionali come l'UNESCO e l'IAEA<sup>[2]</sup> <sup>[24]</sup>.
 
Nasce in quegli anni il gruppo '63, corrente letteraria neoavanguardista, che Calvino segue con interesse pur senza condividerne l'impostazione di fondo. Pubblica i racconti ''La giornata d'uno scrutatore'' e ''La speculazione edilizia'', inclusi in un irrealizzato progetto di trilogia sulla crisi dell'intellettuale negli anni cinquanta. A metà marzo 1963 è a Tripoli per una conferenza su ''Natura e storia nei romanzi di ieri e di oggi'' all'Istituto italiano di cultura. Nel '64 vanno in stampa le prime cosmicomiche ''La distanza della Luna'', ''Sul far del giorno'', ''Un segno nello spazio'', ''Tutto in punto''. Poco dopo pubblica il dittico ''La nuvola di smog'' - ''La formica argentina''.<sup>[2]</sup>